La tradizione italiana è ricca di proverbi e detti popolari, che affondano le loro radici in una cultura molto antica e che, soprattutto, permettono di comprendere numerosi aspetti della nostra quotidianità. Spesso i proverbi e i modi di dire garantiscono anche un modo migliore per rapportarsi all’altro dal punto di vista morale ed è per questo che tali motti vengono tramandati di generazione in generazione, spesso grazie a persone anziane che li ripetono meccanicamente e che permettono ai più giovani di impararli. Uno di questi, probabilmente il più famoso, è il noto “A caval donato non si guarda in bocca”. Ma che cosa significa questo detto? Perché si usa dire in questo modo e qual è il significato di queste parole?
Il significato del detto “A caval donato non si guarda in bocca”
Come sempre, quando si parla di detti popolari o di proverbi che hanno fatto la storia di una determinata cultura in un paese, è bene considerare innanzitutto che cosa significa – in termini morali – quel detto stesso e che cosa vuole insegnare. A caval donato non si guarda in bocca, così come altri proverbi popolari, ha una spiegazione morale che viene applicata alla società di riferimento, oltre che un significato letterale che è possibile comprendere ritornando indietro nel tempo o tentando di comprendere perché, in passato, si usava pronunciare una determinata frase. Proseguendo con ordine, allora, qual è il significato del detto “A caval donato non si guarda in bocca”?
Pur se non si comprendesse al 100% che cosa significa, in modo letterale, questo detto sarebbe possibile rispondere lo stesso: questo detto popolare fa riferimento alla necessità di accettare un regalo che viene fatto da altre persone, senza necessariamente giudicare quest’ultimo in maniera puntigliosa. Il “donato” a cui fa riferimento il detto indica, naturalmente, il regalo che viene ricevuto, mentre “cavallo” può indicare qualsiasi tipologia di oggetto, non necessariamente l’animale; volendo porla in ambito metaforico, allora, A caval donato non si guarda in bocca significa che non bisogna sindacare o giudicare su un regalo ricevuto, che esso sia di buona qualità o meno.
Perché si dice “A caval donato non si guarda in bocca”?
Se il significato del detto A caval donato non si guarda in bocca poteva essere più o meno comprensibile, indipendentemente da quello letterale, è importante comprendere anche perché si dice così e qual è il significato letterale di questo proverbio. Tornando indietro nel tempo è possibile fornire una risposta a questo interrogativo: il primo a proporre questo modo di dire è stato San Girolamo, che in latino diceva Noli equi dentes inspicere donati (letteralmente Non si devono guardare i denti del cavallo). Ma perché si dice così? Per comprendere qual è il significato di “A caval donato non si guarda in bocca”, bisogna considerare che in passato i cavalli erano una grandissima merce di scambio, non soltanto nel mercato dell’equitazione o delle gare agonistiche come oggi, ma anche per grandissime trattative che potevano essere realizzate tra privati o pubblici cittadini.
Offrire in cambio un cavallo, insomma, voleva dire mettere in campo un’ingente somma monetaria, e di sicuro immaginare di ricevere in dono un cavallo voleva dire ottenere in regalo una cospicua ricchezza. San Girolamo, allora, avvertiva di non giudicare tale dono e di non essere abbastanza avidi da sindacare anche un regalo di tale importanza, che avrebbe potuto risollevare le sorti di un’intera famiglia, che fosse di qualità elevata o meno.
La storia del detto e che cosa significa guardare in bocca ad un cavallo
Dopo aver considerato il significato di A caval donato non si guarda in bocca sia in termini morali che letterali, è possibile fornire addirittura una chiave di lettura ulteriore: attraverso la storia del detto, infatti, si può comprendere che cosa significa guardare in bocca ad un cavallo, così da avere ben chiara una risposta definitiva sul perché il proverbio A caval donato non si guarda in bocca si dice così. Come detto precedentemente, fu San Girolamo il primo ad utilizzare quest’espressione poi diventata celebre in tantissime culture, da quella italiana a quella anglosassone, passando per quella di tantissimi paesi come Grecia, Spagna, Germania e tanti altri; la sua espressione venne utilizzata nel Commentariorum In Epistolam Beati Pauli Ad Ephesios, in cui ammoniva di non sindacare su un regalo ricevuto paragonando quella forma di giudizio all’osservazione dei denti del cavallo. In passato, infatti, quando venivano venduti i cavalli si era soliti giudicare il loro stato fisico e la loro età dalla dentatura: se era in perfetto stato e indicava che il cavallo fosse giovane, allora questa merce di scambio acquisiva molto più valore. Insomma, guardare nella bocca del cavallo vuol dire metaforicamente giudicare ma, in termini letterali, vuol dire scoprire l’età dell’equino; nell’ambito di un regalo, questo gesto vorrebbe indicare la volontà di andare alla ricerca di un difetto, su cui invece si può sorvolare accettando il regalo per quello che è.